Roma tra vetrina e realtà: l’intervento del cardinale Reina
Due volti di una stessa città – “C’è una Roma da copertina e poi c’è la Roma reale”: con queste parole forti e dirette, il cardinale Baldassarre Reina, vicario di papa Francesco, ha aperto il suo intervento davanti alla commissione parlamentare sulle periferie, presieduta dall’onorevole Alessandro Battilocchio. L’occasione è stata un’audizione che ha preso forma proprio nel cuore del Giubileo, momento in cui la Capitale si mostra al mondo con il suo volto più luminoso. Ma il porporato ha voluto spostare lo sguardo dove raramente si posa: sulle fragilità sociali, economiche e urbanistiche che affliggono molti quartieri della città.
Luci sul centro, ombre sulle periferie – Roma, ha sottolineato il cardinale Reina, è una città che convive con una forte disuguaglianza interna. Mentre il centro storico brilla di turismo, eventi e visibilità internazionale, le periferie vivono situazioni di degrado, solitudine e marginalità. “Non possiamo accettare che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B”, ha dichiarato. La forbice tra chi vive dentro la “vetrina” e chi invece ne resta escluso si allarga di anno in anno, senza interventi strutturali capaci di invertire la rotta.

Il cardinale Reina alla politica: “Serve più coraggio per le periferie”
Numeri che fanno riflettere – Il porporato non si è limitato alle riflessioni: ha portato in aula dati concreti. Secondo le stime citate, in molte aree periferiche di Roma oltre il 40% della popolazione vive in condizioni economiche precarie, con accesso limitato ai servizi essenziali. La dispersione scolastica resta alta, la mobilità è inefficiente e le strutture sanitarie sono insufficienti. A ciò si aggiungono fenomeni di microcriminalità e disagio giovanile che spesso sfuggono all’attenzione delle istituzioni centrali.
L’appello alla politica e alla Chiesa – Nel suo discorso, Reina ha rivolto un duplice appello: alla politica, affinché non si limiti a interventi simbolici o temporanei; e alla Chiesa, perché continui a essere presenza viva nei territori dimenticati. “Il Giubileo non deve essere solo un’occasione spirituale, ma anche un momento per rimettere al centro la dignità delle persone”, ha affermato. La speranza è che l’evento giubilare possa rappresentare una svolta anche per chi, fino ad ora, è stato lasciato ai margini.
Un Giubileo anche sociale – Secondo il cardinale, l’Anno Santo può e deve essere occasione di rigenerazione urbana e sociale. Non bastano eventi e manifestazioni: servono politiche concrete su casa, scuola, lavoro, trasporti. Solo così Roma potrà davvero essere all’altezza del messaggio di accoglienza e inclusione che il Giubileo intende trasmettere. “Ogni pellegrino che arriva in città dovrebbe poter vedere anche la bellezza della solidarietà e della giustizia”, ha detto Reina, concludendo con un appello all’impegno collettivo.
La città eterna ha bisogno di cura – Le parole del vicario di papa Francesco suonano come un invito a non fermarsi all’immagine turistica e scintillante della Capitale. Roma ha bisogno di essere ascoltata anche nelle sue parti più fragili, nei suoi silenzi, nelle sue crepe. Una città eterna, sì, ma anche viva e vulnerabile, che reclama attenzione, interventi e umanità. Perché, come ha ricordato il cardinale, “non ci può essere bellezza senza giustizia, né fede senza compassione”.